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“Se qualcuno viene da me e mi chiede: incontrerò l’uomo della mia vita?” io gli rispondo: “io non posso dirti se lo incontrerai ma ti posso dire perché non lo hai ancora incontrato” A. Jodorowsy

Questa frase di Alejandro Jodorowsy spiega molto bene qual’è, secondo me, un utilizzo corretto ed evolutivo del mezzo dei tarocchi. I tarocchi, infatti, non sono stati creati per predire il futuro. A causa di questa smania di conoscere il futuro basata sulla paura moltissime persone hanno fatto un uso improprio di questo mezzo per diversi secoli, creando un grosso malinteso e relegando questo potente mezzo di comunicazione in un ambito legato alla magia e, purtroppo molto spesso, al profitto senza cuore. Chi conosce e usa i tarocchi per quello che sono stati creati e cioè per l’evoluzione della coscienza, non predice il futuro poiché sa bene che non esiste un futuro già prestabilito, esistono le nostre scelte che sono condizionate dal nostro modo di vedere gli eventi che ci accadono. Al massimo si può vedere a breve termine che direzione sta prendendo la nostra energia in base agli eventi che abbiamo già creato, ma non più di questo.

In quest’ ottica possiamo considerare i tarocchi come uno specchio, uno specchio per l’anima attraverso il quale possiamo comprendere meglio a che punto siamo del nostro viaggio, che tipo di situazione stiamo vivendo, dove ci siamo bloccati, qual è la lezione che ci viene proposta e quali tra le scelte che ci si pongono davanti è la più appropriata per raggiungere quella che è la nostra realizzazione.

Chi effettua una lettura in questo modo quindi non è né un mago né un depositario della verità, è una persona che in maniera il più possibile neutra ci permette di creare quello specchio dove riconoscerci e ritrovarci in un momento in cui siamo troppo dentro la nostra storia per riuscire ad avere una visione dall’alto. Seguendo la metafora della via, ci aiuta a salire sul monte e a guardare la nostra strada da un punto di vista più obiettivo, notare dove ci siamo fermati, se l’ostacolo si può superare e come, se invece abbiamo preso un sentiero fuorviante; per poi riprendere il nostro cammino con più consapevolezza.

Se sei interessato ad una lettura puoi contattarmi qui